Il consumo di carne, piuttosto elevato durante nel corso di tutto il Medioevo, aumentò fra Tre e Quattrocento grazie allo sviluppo dell’allevamento bovino nelle campagne lombarde.
I gusti dei consumatori si orientavano preferibilmente verso la carne di vitello da latte che era difatti la più costosa, seguita da quella di maiale e di agnello, di castrato e di montone, di manzo, di bue e infine di pecora e di mucca.
A Milano il bestiame veniva contrattato nel Cordusio, mentre la carne al minuto era venduta sui banchi delle beccherie di Porta Vercellina e in quelle del Compedo, oppure nelle botteghe dei beccai sparse un po’ in ogni quartiere.
Anche le contrattazioni di formaggio avvenivano per lo più sul mercato cittadino dove si rifornivano i formaggiai che rivendevano poi i prodotti acquistati di porta in porta49.
Fonti .
48 Cfr. G. NIGRO, Gli uomini dell’irco. Indagini sui consumi di carne nel basso Medioevo: Prato
alla fine del ‘300, Firenze 1984.
49 CHIAPPA MAURI, Le merci di Lombardia. Le produzioni agricole e agroalimentari, pp.
129-130. Sul consumo e sulle qualita dei formaggi nel Quattrocento vd. NASO, Formaggi del
Medioevo cit.