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Un villano, che aveva nome Pietro, uomo molto rozzo, dopo aver arato fino a mezzogiorno, stancati i buoi, stanco egli stesso per la fatica, ritornava al borgo; legò l’aratro sull’asino, mandò innanzi i bovi ed egli stesso montò sull’asino.
Ma questo, carico di troppo peso, stava per cadervi sotto. Allora il villano discese, prese su le spalle l’aratro, poi rimontò sull’asino, dicendo: «Ora potrai camminare, perché non tu, ma io porto l’aratro».
Facetiae – 1436/1448