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Nel 1470 il Duca fa proibizione di portar armi vietate “dalli Statuti de Di e de Nocte cum lume e senza lume” , la sera i cittadini portavano la lanterna “sotto pena per cadauna arma de tre strapade de chorda incontinente” cioè immediatamente come “anchora nè arme inhastate ecc”.
Il divieto era già esistente anche due secoli prima trovandosi in una rubrica di antichissimo nostro Statuto riportato dal Muratori (Dissert.26) e dal Frizzi (tomo III pag 191 ediz.2) che per armi proibite “intelligimus Bordonem, Lanzonem,Cultellatium, Cultellum cum puncta habentem ferrum majus semisse Ronconem Lan ceam Spatam Lanceam vero concedimus militibus quum
equitant Spa tam pediti quum vadit de una Terra in aliam et domi dimittat Si quis de nocte inventus fuerìt portare Falzonem de Cavezo Bordonem Lanzonem Transferium vel Azam condemnetur pro qualibet arma in 25 Lib ferr et de die in 10 Lib ferr”.
equitant Spa tam pediti quum vadit de una Terra in aliam et domi dimittat Si quis de nocte inventus fuerìt portare Falzonem de Cavezo Bordonem Lanzonem Transferium vel Azam condemnetur pro qualibet arma in 25 Lib ferr et de die in 10 Lib ferr”.
In una posteriore rubrica si citano le armi da offesa e da difesa, vediamo che persino i soldati fuori di servizio “non poteano andare armati”.
Nel 1477 si vieta alle maschere portar armi o bastoni e di penetrare nelle scuole in causa delle ferite già riportatesi da alcuni cittadini.
Un proclama del 12 aprile 1482 decreta pene severe contro chi “questioni in piazza e ne suoi confini sotto pena di quattro tracti de corda et uno mese in presone et se taluno in piaza cavasse mano ad arma per questione alcuna over sfodrasse spada o cortella o veramente traesse ballote di piombo o di ferro o di sasso o havesse arma inhastada avrà otto tracti et duj mesi de prisone senza speranza di grazia et cosi per chi difendesse i litiganti et se in far ciò col Capitano o Fanti venissero morti o feriti se ne haverano”