Uno stralcio di cronaca che ci racconta dell’arte di tingere tessuti nella Milano del primo ‘400.
Il 21 giugno 1425 Donato spese L. 12 per far imbiancare da Ambrogio de Cassano, di professione inbiancator fustaneorum, 100 panni di fustagno corto;
a Stefanino Calco pago L. 36 s. 7 d. 2, di cui L. 22 s. 4 per l’imbiancatura di 185 panni di fustagno (L. 12 per cent.), piu altre L. 9 s. 16 d. 9 per quella di 41 bandiere di fustagno (L. 24 il cent.), piu L. 4 s. 6 d. 5 per quella di 36 panni di fustagno corto (L. 12 il cent.).
Si tratta forse di quel quantitativo non precisato, ma pari a L. 250 imeriali, di fustagni bianchi venduto da Donato nel 1426 a Guglielmino de Cantono, f.q. Pietro P.N. p.S. Martino ad Nuxigiam, vaiaio con bottega vicino al Broletto (Ibid., cc. 112 r. e 123 v.; cc. 118 r. e 128 r.; AIMi, Divinita, Mastri, n. 2, c. 40r.).
Segnaliamo che quest’ultimo personaggio ottenne nel 1413 dal duca di Milano, per le sue ‛benemerenze’, l’esenzione da tutte le tasse per cinque anni.
1436, I registri dell’Ufficio di Provvisione cit., 7-310, p.