Facetiae – 1436/1448
La volpe una volta avea fame, e per ingannar le galline, che sotto la scorta del gallo erano ascese su di un albero al quale essa giungere non poteva, si fe’ incontro cortesemente al gallo e lo salutò con affetto:
«Che fai tu là in alto?», gli chiese.
«Non hai dunque apprese le recenti novelle che per noi son tanto gradite?»
«No», rispose il gallo, «dimmele».
«Venni apposta e in fretta per dirtele. Si è fatto un gran congresso di animali, dove essi hanno statuita una perpetua pace fra di loro, così che non v’è più nulla a temere, né potremo più tenderci insidie, né farci ingiuria, ma godremo invece tutti pace e buona amicizia; ognuno d’ora innanzi potrà andar sicuro, anche solo, dove vorrà. Discendi adunque e festeggiamo insieme questo giorno».
Ma il gallo, che aveva conosciuto l’inganno della volpe: «Tu», le disse, «m’hai recata grata novella e te ne ringrazio», e così dicendo sorse su le zampe e allungò il collo come chi guarda lontano e si meravigli:
«E tu che guardi dunque?», chiese la volpe.
«Guardo», rispose il gallo, «a due cani che vengono correndo a questa volta con le fauci spalancate».
E allora la volpe tremante: «A rivederci», disse, «ché bisogna ch’io scappi innanzi ch’essi qui giungano»; e prese di fatti a fuggire.
«Oh!»,disse il gallo, «perché te ne vai dunque, o che temi? se la pace è fatta, non devi tu aver paura».
«Dubito», rispose la volpe, «che questi cani non abbian notizia del decreto di pace».
E così l’inganno fu tolto coll’inganno.