“Eodem millesimo MCCCCXXXVI, die XXII septemberis, venerunt nova qualiter per dominum Baldassarrem de Offida, Petrum Paulum et alios capitaneos gentium Ecclesie et lighe orditum erat inter ipsos capitaneos interficere dominum nostrum comitem Franciscum, qui erat ad stipendium domine Pape et lighe, de voluntate magnificorum Dominorum, ad hoc ut ipsi possent ricuperare omnes terras Ecclesie occupatas per prefatum dominum comitem Franciscum. Non fuit: placitum Deo omnipotenti, sed ipso Comes cum sua brigata percussit totam brigatam, et vicit et obtinuit, et cepit dictum Petrum Paulum, et ipsum et totam suam brigatam derobavit.”
Eugenio IV pentitosi di aver conceduto allo Sforza la Marca d’Ancona, incaricò Baldassare d’Offida ,suo Luogotente a Bologna e Pietro di Giovanpaolo, suo capitano, di uccidere a tradimento il conte; quest’ultimo venne avvisato del tradimento da Nicolò cardinal di Capua, che si trovava alloggiato lungo le sponde del Reno.
Francesco Sforza levò subitamente il campo ed assaltò le genti di Baldassare e Giovampaolo; il primo riuscì a fuggire a Budrio, il secondo fu fatto prigioniero.
Le armi sforzesche circondarono il castello di Budrio, ed i cittadini minacciati dallo Sforza, consegnarono Baldassarre che intanto si era nascosto, vestito con abiti femminili e sparso di farina per fuggire alla furia del Conte.
Preso, fu mandato al Girone di Fermo, ove morì pochi giorni dopo, colpito da una tegola caduta, o fatta cadere, sul suo capo.
Cronaca fermana di Antonio di Niccolò
Cronaca di Bologna, tom.XVII, Corio
Storia di Milano, part.V Simonetta
Memorie storiche di Affida, cap.XII
Documento fornito da Alberto Gatti