Una simpatica cronaca che ci racconta di un episodio della vita di Donatello.
I consoli di Firenze avendo intenzione di far fare una statua mandarono a chiamar Donatello, celebre scultore ed eccellente, il quale come ebbe inteso il desiderio loro domandò cinquanta scudi per prezzo di quell’opera.
I consoli senza profferirgli nulla la diedero a fare ad un altro scultore mediocre.
Costui dopo avervi impiegato moltissimo tempo, la recò a fine il meglio che seppe e ne domandò ottanta scudi.
Di tal richiesta maravigliandosi i consoli dissero che questo era un “burlarsi di loro” giacché Donatello, uomo tanto illustre, non aveva domandato per l’istesso lavoro più di cinquanta scudi.
Insomma non potendosi accordare ne rimisero la causa al medesimo Donatello, il quale sentenziò che fossero pagati allo scultore settanta scudi.
Per che alteratisi i consoli e rammentandogli che egli medesimo di cinquanta si sarebbe contentato, Donatello graziosamente disse “E’ vero che mi sarei contentato di cotesta somma ma io avrei fatto la statua in meno d’ un mese mentre questo pover’uomo che appena potrebbe esser mio scolare v ha impiegato più di sei mesi”. Così Donatello si vendicò argutamente del torto che i consoli avevano fatto al suo merito