Di seguito vi presento una cronaca di Firenze che parla di una “Armeggeria” fatta da Bartolomeo Benci per Marietta Strozzi in data 11 febbraio 1464.
L’Armeggeria era una dimostrazione di coraggio e nel contempo una dichiarazione d’amore, fatta ovviamente con i modi e i fasti dei grandi signori fiorentini del 1464, si trattava infatti di un grande apparato dal forte significato simbolico, che si svolgeva in diversi luoghi in cui i giovani innamorati sfoggiavano la loro abilità e coraggio a cavallo.
Il testo è piuttosto lungo, ma merita sicuramente di esser letto.
“Notizia d’una festa fatta la notte di charnasciale per una dama, la quale fu figliuola di Lorenzo di messer Palla degli Istrozzi.”
La detta festa fu fatta da Bartolomeo Benci, chome innamorato di detta dama. E in prima.
El detto Bartolomeo Benci, chome desideroso d’acquistare più grazia con detta dama, deliberò in detta notte di charnasciale avere otto in sua compagnia gentili giovani, e loro richiese, per fare detta festa, che insieme co lui furono nove, i quali furono questi, cioè :
Bartolomeo Benci, Andrea Charnesecchi, Jacopo di messer Charlo Marsupini, Barlolomeo Bartolini, Lodovico Pucci, Piero Vespucci, Francesco Alloviti, Andrea Boni, e Francesco Girolami.
E qualunque d’essi giovani a ore una di notte si partirono dalle loro chase, cioè ciascuno da chasa andarono a chasa del detto Bartolomeo Benci, a chavallo molto magnifichamente
chon tutti è fornimenti d’i chavagli di seta, e tutti giuboni di brochato d’ ariento e chermisi : e ciaschuno aveva intorno 30 torchi aciesi; e chi portava detti torchi erano 30 giovani per ciaschuno giovane, e ciaschuno di 30 giovani che portavano detti torchi, avevano tutti le chalze alla divisa e ghonellini della divisa del giovane che achompagnavano.
E ciaschuno de’ detti giovani di sopra nominati avevano anchora intorno alla briglia otto giovani chon ghonellini di seta della divisa di quello achonpagniavano : e chosì ciaschuno ornati chome è detto, andarono tutti a chasa el detto Bartolomeo Benci, e dettogli el bastone, chome Signore e chapitano d’ essa chonpagnia.
El quale cho magnio e gran trionfo dette loro ciena, chom’era ordinato, cho molte vivande e grandissima abondanza di chonfezioni. E cienato, a ore III di notte si partirono dalla detta chasa di detto Signore cogli otto suoi chompagni, e ciaschuno cholla sua chompagnia, chome di sopra è detto, e tutti insieme, e andarono alla chasa della detta dama; e cho loro anchora avevano uin trionfo d’amore portato da più homini, alto braccia 20, chomposto in modo che ghuardandolo si rimaneva abagliato, cho molti ispiritegli d’amore chon archi in mano, e in ciaschune parti l’arme dei Benci e in altri luoghi la divisa del padre di detta dama cho molte chanpanellette e sonagli d’ariento e varie cose.
Era chonphosto detto trionfo d’aloro, mortina, arcipresso, abeto e schope; chose tutte verde e calde apropiate all’amore.
E per abreviare, in sulla cima di detto trionfo era un quore sanguinante acieso in fiamme di fuoco, che del chontinovo ardevano con certi razi, che qui di sotto al tenpo si chiarirà per quello erano diputati.
A presso a questo trionfo, erano e pifferi : a presso a loro, due magni chavagli chovertati di seta verde, suvi e paggi vestiti di verde, cioè di seta, segno di speranza, foderate le dette choverte d’ i chavagli, e vestimenti de’paggi, di zibelini, e richamate d’argenterie cho molto varie divise molto ricchamente.
Apresso ,a questo era il signore e chapitano d’essa chonpagnia Bartolomeo Benci in sur uno chavallo, che la natura nollo potria fare più bello, chon forni mento e sella e briglia tutto di chermisi richamato di molte argienti, tanto ricchamente quanto fare si puote, e lui in su detto chavallo chon uno giubone di perle richamato e gioie, chon due alie alle spalle, d’oro e più altri cholori : e intorno al detto Signore èra 15 gientili giovani a pie, tutti chon gonnellini di raso chermisi, foderati d’ermellini, chon chalze paghonazze, e quali esso signor donò a ciaschuno. E oltre a questo, aveva intorno detto Signore ciento cinquanta giovani, tutti vestiti a una sua divisa, cioè ghonellini e chalze verde chon falconi sul petto e di drieto, d’ariento, che gittavano penne per tutto el ghonellino.
E quali 150 giovani ciachuno aveva un torchio acieso in mano.
E chosi andando, si condussono alla chasa della detta dama sanza altra giente a chavallo, eccetto Amerigo e Francesco frategli di detto Signore, e Vanni Istrozi e Strozo degli Istrozi consorti e parenti di detta dama: e questi per ordinare che tutto andassi bene.
E fecie la Signoria di Firenze mettere un bando sotto gravissima pena, che nesuno altro potessi tal notte ire a chavallo, per non ghuastare tal festa.
E giunti a chasa della dama, feciono la mostra, e apresso ciaschuno chorse ritto in sulla sella, sechondo uso d’ armeggiarie, chon uno dardo in mano dorato.
E dipoi anchora ciaschuno corse chon una lancia busa dorata, e ruppono a pie della finestra dov’era detta dama la quale si mostrava in mezzo di torchi aciesi chon tanta graziosa onestà, che in Lucrezia basterebbe.
E fatto questo’ el trionfo era fermo in sulla piaza dirimpetto alla finestra dov’era detta dama : e al Signore fu ispiccate l’alie e gittate in sul trionfo : e in quel punto era ordinato che ha detto trionfo s’ apicchassi el fuoco ; e chosì arse chon tante grida e suoni che insino alle stelle andava è rumori;
e i razi che v’erano su, erano artificiati in modo che parve che quegli spiritegli d’amore ch’erano in su detto trionfo che l’arco che egli avevano in mano, gli saettasono: e chosi aciesi per l’aria volavano apresso alla dama; alchuno n’andavano in chasa della detta dama, che si istima glien’entrassi alchuno nel chuore per chonpassione del detto amante.
E fatto el detto Signore amante, partendesi chon tutta la chonpagnia, per non volgiere le spalle a detta dama, fecie che senpre il chavallo andava indrieto tanto che più nolla potè vedere.
E partiti di quivi, andarono a rompere le lancie e armeggiare a chasa le dame di ciaschuno de’ suoi chonpagni, cioè degli otto nominati. Di poi tornarono tutti dalla dama del Signore e feciolle una mattinata cho molti suoni e grà magnificenze.
E questo si dice mattinata, perch’ era presso a dì.
E di poi si partirono e achonpagniorono il Signore, cioè Bartolomeo Benci, a chasa, nel modo e forma chome s’ erano partiti nel prencipio.
El detto Signore aveva ordinato molti confezioni, e fecie tutti chonvitare chon grà magnificenza.
Durò detta festa la notte da ore II a ore XI.
E donò detto Signore a tutti e ministri della Signoria di Firenze chalze alla sua divisa.
Tiensi per ciascheduno che mai in questa città si facessi la più magnificha né la più ordinata festa.
E fecie la Signoria di Firenze mettere un bando che, se per disgrazia alchuno fusse morto, che chi l’ amazassi fussi sanza pena e sanza bando. “
Archivio Storico Firenze