Il Pontefice, condotto a sè il grande condottiero Niccolò Piccinino, da tempo aveva iniziato le operazioni militari per riacquistare tutta la Marca; già aveva ripreso gran parte delle terre sopra il Chienti e dalla primavera del 1444 aveva provato a cacciare le milizie Sforzesche comandate dal Ciarpellone, di stanza a Monte Fano, ma con esito negativo.
In agosto la situazione era diventata insostenibile a causa della improvvisa defezione dell’alleato Sigismondo Malatesta e dell’imminente arrivo delle genti del sire d’Aragona al fianco delle truppe Ecclesiastiche di stanza a Macerata; a questo punto, viste anche le perdite continue di domini nella Marca, Francesco Sforza decise di riunire tutte le sue forze e, con suo fratello Alessandro, se ne partì da Fermo per unirsi con le unità di fanteria e cavalleria sotto i comandi del Ciarpellone.
Venne a sapere che il Piccinino (il figlio di Niccolò, Francesco, era subentrato al comando delle genti ecclesiastiche) aveva conquistato Monte Fano e si era stanziato presso Montolmo; lo Sforza giunto nei pressi del nemico arringò il suo esercito, stessa cosa fece il Piccinino ed il legato apostolico Cardinale Caprinica promettendo la salvezza eterna per tutti i soldati morti nello scontro.
La battaglia ebbe inizio ed alla fine lo Sforza riuscì a mandare in rotta le forze pontificie e riuscì a far prigione sia del Piccinino che del Cardinale Capranica.
Da li a poco, molte altre città tra Macerata e Jesi si diedero allo Sforza.
A.D.1444
“Die jovis, XXX julii, Ciarpelonus, existens in Monte Fano cum gentibus suis, obsessus, patiens ex aqua, amisit et perdidit multa sua bona et cariagios, que Nicolaus Piccininus sibi abstulit, et idem Nicolaus rehabuit vexilla sua.
Die lune, XVII augusti, magnificus comes Franciscus, cum tribus millibus equitibus et peditibus et suis vexillis, recessit a civitate Firmana et ivit et se adunavit cum gentibus Ciarpelloni, causa confligendi gentes Piccinini et gentes Ecclesie, que stabant prope terram Montis Ulmi in flumine Clentis.
Die mercurii, XVIIII augusti, come Franciscus et Ciarpellonus, ad invicem coadunati cum eorum gentibus, conflixerunt totum exercitum Francisci Piccinini et gentium Ecclesie, existens in territorio Montis Ulmi coadunatum; et ceperunt dominum Franciscum Piccininum et multos alios armigero set conducterios et capita squatrarum…Die vero seguenti, dominus Franciscus venit ad cicitatem Firmanam cum famulis de civitate, et consignatus fuit castellano.”
Fonti: Cronache della Città di Fermo, De Minicis
Ricerca e trascrizione documento a cura di Alberto Gatti