In un manoscritto miscellaneo ferrarese, attribuito erroneamente a Michele Savonarola (Padova 1385-Ferrara 1466), troviamo una brevissima ricetta intitolata “Aqua da scrivere verde”.
La sua esecuzione era alquanto semplice: bisognava ridurre in polvere “libbre 2 di verde ramo abruciato” , procedere alla sua distillazione per alambicco e quindi – così scriveva l’anonimo estensore del testo – “la prima aqua geta via e la seconda serva che è bona da scrivere”.
Cfr. BIBLIOTECA ARIOSTEA DI FERRARA, ms. CL.II.147, cit., c. 77 r.
Il testo di questa ricetta è edito in Pseudo, Savonarola, cit., a cura di A. P. TORRESI, p. 70.
Il ‘verde ramo’ corrisponde all’acetato basico di rame, che è un pigmento verde-azzurro artificiale
(cfr. De arte illuminandi e altri trattati sulla tecnica della miniatura medievale, a cura di F. BRUNELLO, Vicenza, 1975, p. 250).