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Una novella dedicata alla cattiva abitudine del gioco d’azzardo.
A Terranova sono stabilite alcune pene per coloro che giocano a, dadi. Uno che io conosco fu preso sul fatto, e caduto in pena, fu condotto in prigione.
E quando gli si chiedeva perché fosse egli ivi chiuso, rispondeva:
“Questo podestà nostro mi pose in carcere perché m’ero giocato il mio denaro. Che cosa avrebbe egli fatto se mi fossi giocato il suo?”
Facetiae – 1436/1448