Io racconterò ancora, tra queste fiabe, una storia nefanda ed orribile, non mai udita ne’ secoli addietro, che io stesso credevo favolosa, ma della quale ho potuto convincermi per una lettera di un segretario del Re.
Ecco come press’a poco era scritto in una parte di quella lettera.
«A dodici miglia da Napoli è avvenuto un fatto mostruoso, in un luogo de’ monti di Somma, dov’è un borgo così chiamato. È stato preso e condotto dal Podestà un ragazzo di circa tredici anni, che aveva mangiato due bambini di tre anni. Egli li attirava con blandizie in una spelonca, li impiccava e li tagliava a pezzi, e parte di quella carne mangiava cruda, parte cotta al fuoco. Ed ha confessato di averne mangiati molti altri, perché quelle carni gli sembravano più saporite delle altre; e che ne mangerebbe sempre, se potesse. E poiché si dubitava che ciò facesse per pazzia, rispose saggiamente sulle altre cose, e constò che operava non per demenza ma per ferocia».
Facetiae – 1436/1448