Appunti: Apprendistato femminile nella Milano di fine quattrocento – Eugenio Larosa
In un regesto notarile datato 1481 conservato presso l’Archivio di Stato di Milano (AsMi), si trova un esempio significativo di apprendistato minorile, che offre uno spaccato delle dinamiche educative e lavorative del tardo Medioevo.
Il documento descrive l’assunzione di una bambina di soli sette anni, destinata a imparare l’arte della lavorazione dei nastri di seta (bindelos site et alia frixa) sotto la guida della moglie del contraente. Il contratto stabiliva che la giovane apprendista sarebbe rimasta per otto anni nella casa dell’insegnante, dedicandosi esclusivamente all’apprendimento del mestiere. Non erano previste altre mansioni per lei, se non quelle legate alla sua formazione.
In cambio, le venivano garantiti vitto e alloggio, oltre a vestiti e calzature, ma non uno stipendio. Questo dettaglio sottolinea il valore attribuito all’istruzione e alla trasmissione delle competenze artigianali, considerata di per sé una forma di remunerazione più preziosa del denaro.
Questo caso illuminante ci consente di comprendere meglio l’importanza e il valore del lavoro minorile nell’economia e nella società medievale, nonché il ruolo centrale delle donne nell’istruzione delle giovani apprendiste.
Sull’argomento:
Lavoro e imprenditoria femminile a Milano tra Quattro e Cinquecento, Maria Paola Zanoboni
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